stabilità-2014_emendamentiDi Rosario Coco Quasi 900 gli emendamenti al testo sulle unioni civili giunto alla discussione in commissione giustizia alla Camera dei deputati. Il PD dichiara di voler serrare i ranghi sul testo uscito al Senato, scegliendo di non presentare emendamenti.
La maggior parte delle proposte di modifica arriva dalla Lega Nord, dalle opposizioni di destra e da Area popolare.

I cinque stelle scelgono di presentare 24 emendamenti, in gran parte migliorativi, nonostante comprendano stranamente anche la proposta di cancellazione di tutta la parte sulle convivenze di fatto. Migliorativi, invece, gli emendamenti di SEL e di Michela Marzano del PD, che ha presentato 7 emendamenti che reintroducono le parti della legge stralciate in Senato, come la stepchild adoption.  Come ha spiegato la stessa Marzano, tuttavia, la sua è una battaglia di principio e le sue proposte non sono finalizzate ad affossare il testo. A destare preoccupazione sono invece alcuni emendamenti che potrebbero essere votati trasversalmente dalle opposizioni, come la reintroduzione dell’obbligo di fedeltà, presentata sia dal M5S che dalle destre.

L’elemento cruciale della partita alla Camera, infatti, resta il rischio di produrre un ulteriore passaggio della legge in Senato, che si verificherebbe se passasse una qualsiasi modifica al testo Come ribadito da più parti, nonostante il testo venuto fuori dal maxiemendamento al Senato sia del tutto parziale e a tratti insoddisfacente, la scelta del Governo di porre la fiducia in Senato ha reso palese il fatto che il Parlamento, con le forze politiche attuali, non è in grado di fare di meglio, poiché all’interno della maggioranza e dell’opposizione esistono pesanti resistenze conservatrici. Un ulteriore passaggio a Palazzo Madama, aula nota per l’instabile confine numerico tra maggioranza e opposizione,  significherebbe pertanto  un quasi certo affossamento della legge.

Secondo le previsioni, la discussione degli emendamenti in commissione dovrebbe durare meno di un mese, con la presidente Ferrante che si è dichiarata determinata a chiedere anche le notturne.  L’approdo in aula sarebbe quindi previsto, al momento attuale, per il 9 maggio, con una buona probabilità che il governo ponga la questione di fiducia anche stavolta.

Al di là di tutto questo, gli emendamenti spiegano molto bene il sentimento politico di reazione che sta maturando in molti ambienti conservatori.

Oltre alle modifiche di puro ostruzionismo, si va dal divieto per operatori turistici di organizzare viaggi che favoriscano (non si capisce con quale criterio) il ricorso alla GPA all’estero, a proposte che restringono esplicitamente qualunque provvedimento di welfare familiare alle sole famiglie di sesso diverso. Quest’ultima proposta, apre una grande discussione che interesserà istituzioni locali e nazionali nel momento in cui si dovrà discutere di qualsiasi provvedimento per le famiglie: è molto probabile che chi fino ad ora ha osteggiato le unioni civili farà leva sulla distinzione tra unione civile e matrimonio per negare qualunque sussidio familiare alle coppie dello stesso sesso, producendo nuovo lavoro per i giudici.

Da diverse parti, inoltre, si trovano proposte volte ad introdurre l’obiezione di coscienza per la celebrazione delle unioni civili, come anche ad introdurre delle possibilità simili persino per fiorai, ristoratori e organizzatori di eventi, sulla scorta di quanto sta accadendo negli Stati Uniti, in cui numerosi stati stanno affrontando proposte di questo genere.

Proposte che non reggono, ovviamente, alla luce delle garanzie costituzionali, ma che sono la cartina di tornasole di un clima culturale negativo che sta montando nel Paese e indicano in maniera molto chiara la futura architrave retorica della propaganda omofoba e discriminatoria, che rischia di produrre una vera e propria resistenza culturale di fronte ai diritti che verranno riconosciuti.  E’ molto probabile che i temi dell’obiezione di coscienza, inapplicabile per legge secondo la normativa attuale alle unioni civili o della libertà educativa nelle scuole, verranno utilizzati per creare slogan e giustificare pratiche e comportamenti discriminatori ancora peggiori di quelli a cui siamo abituati.

La risposta a tutto questo si chiama cultura ed è su questo piano che dovremo farci trovare preparati.

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Fonte: ANDDOS