13557665_975928935839466_613668241959141710_nLa FRA (European Union Agency for Fundamental Rights), ha scelto lo scorso martedì 5 luglio Roma e l’Italia per presentare il proprio report annuale sui diritti umani in Europa, in un’iniziativa organizzata promossa dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
Alla presenza del direttore generale Michael O’Flaherty, sono intervenuti il direttore dell’UNAR, Francesco Spano, la Ministra Maria Elena Boschi, il Giudice Costituzionale Giuliano Amato. In platea associazioni e rappresentanti della società civile. Il rapporto, senza troppi giri di parole, viene descritto da O’Flaherty come negativo: aumento di razzismo e intolleranze di ritorno, crescita delle difficoltà economiche e sociali che ostacolano l’inclusione e il rispetto dei diritti fondamentali della persona in Europa. Significativa, a questo proposito, la riflessione di Amato, il quale ricordando anche una delle principali ragioni alla base della UE, ovvero la separazione dei diritti umani dal concetto di cittadinanza, ha definito scoraggiante il fatto che l’Italia non si sia ancora dotata di una commissione indipendente per la tutela dei diritti umani.

Questa dichiarazione cade proprio pochi giorni dopo la decisione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di dotarsi di un esperto indipendente per il monitoraggio della tutela dei diritti LGBTI nel mondo. Da tempo, l’ONU considera le fattispecie di non discriminazione basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere diritti umani universali. Dopo questa decisione, la necessità di dotarsi di nuovi organismi indipendenti, come ribadito anche da O’Flaherty, si fa sempre più impellente, specie considerando la risoluzione dell’Assemblea generale ONU n.48/134 del 20 dicembre 1993 e l’ormai prossimo turno italiano presso il Consiglio di Sicurezza.

La redazione

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Fonte: ANDDOS